LA STORIA CHE DOVRESTE CONOSCERE SU LA BANCA DI CAMBIANO

Per ricordare gli episodi e gli uomini che con le loro azioni hanno concorso a fare grande la Banca di Cambiano e ..
per ricordare anche i piccoli uomini, che pieni di astio e di rancori e smania di potere, si sono impossessati di ciò che non gli apparteneva.

L’ho scritto perche' la gente sappia la verità

.. e ricordi tutto ciò che incredibilmente successe in Castelfiorentino e dintorni in quel periodo. Perché la gente sappia quanto ho sofferto, quante umiliazioni ho dovuto subire, quanti amici ho perduto; si voleva cancellare perfino il mio ricordo!

Quello che qui conta veramente è di cercare di inquadrare l’autore come uomo, valutare l’effettiva portata dei suoi sentimenti ... comprendere la volontà, se ce ne fosse bisogno, di riabilitare la sua figura nei confronti di tutti, lasciando comunque, cosa che non può assolutamente essergli negata, un ottimo ricordo di sé.

AndREA PESCATORI, un amico

EPISODIO 1

UNA BANCA PER TRE CASE

Centoventi anni fa Cambiano era poco più di una svolta lungo la strada che fino lì scorreva diritta da Castelfiorentino prima di piegare improvvisamente verso la collina [..]  

Lungo il fondo stradale, crivellato di pozzanghere d’inverno e polveroso per la ghiaia sfarinata d’estate…

Episodi

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Ho voluto scrivere questo libro per raccontare la storia della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano dal 1961 ad oggi. Per ricordare gli episodi e gli uomini che con le loro azioni hanno concorso a fare grande la Banca di Cambiano. Per ricordare anche i piccoli uomini, che pieni di astio e di rancori e smania di potere, si sono impossessati di ciò che non gli apparteneva. Costoro, per conseguire il loro obiettivo, non hanno esitato a travolgere anche l’amico che in più occasioni gli aveva generosamente teso una mano. Personaggi che spero di non incontrare mai piu nel corso della mia vita. L’ho scritto per difendere me stesso e alcuni miei colleghi, che mi seguirono in quanto non si sentirono di condividere i sistemi della nuova gestione, né tanto meno di mettersi al servizio del nuovo direttore, verso il quale provavano e provano immensa disistima. L’ho scritto perche’ la…

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Centoventi anni fa Cambiano era poco più di una svolta lungo la strada che fino lì scorreva diritta da Castelfiorentino prima di piegare improvvisamente verso la collina dove si affacciava la chiesa di S. Matteo a Granaiolo. Lungo il fondo stradale, crivellato di pozzanghere d’inverno e polveroso per la ghiaia sfarinata d’estate, passava ogni tanto un carro di buoi rosso stinto, oppure un barroccio con la sua lanterna ciondoloni alla stanga e i suoi bubboli sulla groppa del cavallo. Sulla curva dominava dall’alto l’imponente palazzo del marchese Pucci, un rettangolo ingente come i settanta poderi che il nobile fiorentino possedeva fra lì e Granaiolo. Sotto il palazzo, di impronta medicea, c’erano tre grandi edifici dello stesso colore scialbo della villa, con qualche presunzione di imitazione della casa del padrone nelle architravi di arenaria grigia. Intorno non c’erano che le case sparse dei contadini sulle colline comprese fra la vecchia chiesa…

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Io sono nato e poi sono sempre vissuto a Montelupo. Mio padre faceva il muratore. Mia madre, come la maggioranza delle donne del suo tempo, era “atta a casa”. Me la ricordo intelligente, dolce, apprensiva come tutte le mamme di marca devono essere. Per mio padre e mia madre fu una soddisfazione “farmi studiare”, come si diceva allora, in pratica farmi frequentare l’istituto tecnico commerciale di Prato. Dopo essermi diplomato entrai come amministratore, prima in una fabbrica di ceramica poi in un’altra ancora a Montelupo. Un bel giorno fui convocato a Firenze nella sede della Federazione Toscana delle Casse Rurali ed Artigiane. Mi aveva chiamato il ragionier Pietro Fabbri, un uomo poco più che sessantenne, quasi completamente calvo, dai modi schietti e diretti. Il Fabbri era allora il Direttore della Federazione e responsabile dell’Ente di Zona, l’organismo che controllava e assisteva il movimento delle piccole casse rurali. Con il Fabbri…

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