Dunque anche per la magistratura io sono stato licenziato ingiustamente.
Tutte le accuse “montate” contro di me per cacciarmi dalla Banca erano pretestuose e infondate.
Dietro la persecuzione sistematica di cui sono stato fatto oggetto c’erano quindi, ben altri motivi che la mia correttezza professionale e la mia lealtà verso l’istituzione che ho servito per tanti anni.
Forse la mia “colpa” è stato proprio questo, quello di essere stato troppo fedele alla Banca, ai suoi interessi, ai suoi soci. Nonostante questo io so che si tenter à il possibile e l’impossibile perché io non rimetta piedi alla Cambiano nemmeno come lavoratore ingiustamente licenziato.
A questo punto anche a me la cosa interessa il giusto.
Né mi importano i risarcimenti materiali, che pure mi spettano per legge.
Quello che mi interessa è il danno morale che ha subìto la mia persona.
Questa ferita che mi porto dentro come un’ulcera incurabile nessuna sentenza potrà risanarla.
Solo questo libro potrà in parte riabilitare il mio onore di uomo e di funzionario.
Per questo l’ho scritto: per difendere me stesso.
Se a qualcuno potrà sembrare che abbia offeso altri nel raccontare la verità, di questo me ne scuso fin d’ora.
Ho perso, ingiustamente, in questa vicenda stima, reputazione, tanti amici e tanti sostenitori; non ho altra arma che queste righe per ristabilire e far sapere a tutti la verità.
Io ho sempre considerato la Banca con i suoi soci come una grande famiglia. In una cooperativa ognuno è padrone della sua azienda.
Il padrone, anche il più piccolo e distratto, ha diritto a sapere la verità, tutta la verità sulla sua impresa.
Questo non è un vanitoso libro di memorie. E’ una testimonianza, l’unica che mi è consentito, per far sapere a tutti che il Cacialli è solo un piccolo uomo, ma un uomo onesto che se ne è andato dalla Cambiano con le ossa rotte, ma con la testa alta.
I soci possono stare tranquilli. C’è qualcuno che vuole cancellare persino il mio ricordo come quello della pecora nera di cui la famiglia alla fine si è liberata.
Ma gli stessi dati che dormono sotto la polvere degli archivi della Banca, sono lì a dimostrare quel poco o quel tanto che ho fatto, quando, ancora quasi ragazzo, entrai alla Banca di Cambiano. Come ho già scritto all’inizio di questo lungo diario, ripeto:
la sua raccolta (depositi) infatti era di soli quarantasei milioni. Il patrimonio era di unmilionesettecentomilalire, l’utile di esercizio di settecentocinquantamilalire.
La sua esistenza era molto precaria. Era in discussione la sua liquidazione, come infatti successe in quel periodo a molte consorelle.
Quando me ne sono andato la sua raccolta era indirizzata al traguardo di mille miliardi, il suo patrimonio era di circa 235 miliardi. L’ utile di esercizio sfiorava i 30 miliardi. Per solidità patrimoniale, redditività e produttività era al primo posto assoluto in Italia fra le banche della stessa categoria, per dimensioni.
Con me se ne sono andati dalla Banca alcuni dirigenti che non se la sono sentita di condividere la nuova gestione. Essi insieme a molti altri mi hanno incoraggiato e aiutato. Mi hanno offerto il loro contributo nel ricordare, interpretare e narrare avvenimenti che neppure io conoscevo.
Fra quelli che io continuo a chiamare “i miei ragazzi” che hanno partecipato per tanti anni al mio lavoro nella Banca voglio ricordare in particolar modo: Daniele Zingoni, oggi Direttore della filiale di Signa della Banca di Credito Cooperativo di Signa; Ademaro Fornai, Direttore della filiale di Castelfiorentino della Cassa di Risparmio di Volterra; Paolo Baldacci, Direttore della filiale di Certaldo della Cassa di Risparmio di Volterra; Roberto Bagni, Vice-Direttore della filiale di Castelfiorentino della Cassa di Risparmio di Volterra; Stefano Cinci, vice-Direttore della filiale di Montespertoli della Banca del Chianti Fiorentino; Sergio Monnecchi, Direttore della filiale di Poggibonsi della Banca di Monteriggioni, e Fabrizio Cartoni, un figlio adottino quasi, che mi ha seguito durante i mesi del mio allontanamento, assieme abbiamo vissuto ulteriori vicende, ed oggi ricopre una importante carica presso la Banca di Credito Cooperativo del Chianti Fiorentino.
Secondo il mio parere queste persone rappresentavano la parte migliore del patrimonio umano della B anca di Credito Cooperativo di Cambiano. In loro c’era cortesia, disponibilità e soprattutto professionalità.
Infine un doveroso e sincero ringraziamento all’amico Ezio Gini, per gli aiuti materiali e i preziosi suggerimenti che mi ha dato per la redazione di questo libro.
La Banca di Cambiano sarà sempre una grossa banca. Ma sarà meno autonoma e più anonima.
E non tanto perché me ne sono andato io insieme ad altri.
Ma perché altre istituzioni forti e diverse dal passato ci sono entrate dentro.
PER LA COPIA DEGLI ATTI ALLEGATI SI RIMANDA ALLA VERSIONE PDF