Dopo 1’adunanza del Consiglio di Amministrazione del 3 Novembre 1998 era emersa chiaramente la strategia del gruppo finanziario Cabel-Holding cioè quella di esercitare una decisa “pressione” sulle scelte strategiche della Banca di Cambiano, in modo che esse non confliggessero con il progetto complessivo del gruppo.
Per me si aprirono allora due strade:
seguire scrupolosamente le direttive del gruppo Cabel, assecondate dal Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca di Cambiano, e da alcuni membri del Consiglio, particolarmente legati, per motivi diversi, al gruppo stesso; oppure difendere l’autonomia e l’identità della Banca tutelandone gli interessi nel rispetto delle competenze attribuitemi e nel rispetto dei soci.
Scelsi questa seconda strada, rimettendoci a fine corsa denaro e amici.
Io sono stato sconfitto, ma la vera sconfitta oggi è la Banca di Cambiano, è la stessa compagine sociale, perché l’Istituzione Castellana ha perduto la propria autonomia e identità. Ormai ogni decisione strategica non viene presa a Castelfiorentino, anche se il Consiglio di Amministrazione ivi si riunisce, ma viene assunta in un’altra città e da un altro soggetto, portatore di interessi diversi, e spesso confliggenti con quelli della Banca.
In buona sostanza la Banca di Cambiano, nonostante la sua potenza economica, è passata da attore primario a semplice comparsa.
Si è voluto insinuare che lo sviluppo nel tempo della Banca di Cambiano sia in termini numerici che per la specializzazione operativa è merito del gruppo Cabel.
Si è detto anche che la Banca di Cambiano non potrebbe oggi fare a meno del sostegno del gruppo Cabel, per la propria futura sopravvivenza.
Se così fosse, dovremmo essere molto preoccupati, ma cosi non è.
Ogni soggetto economico invece deve poter scegliere liberamente i propri partners e divorziare dagli stessi quando gli interessi non coincidono più, né nel breve né nel lungo termine e diventano anzi conflittuali.
Oggi esi ste un mercato molto ampio di società, che producono servizi e assistenza a tutto campo, per le Banche di medie e piccole dimensioni; basta soltanto affacciarsi sul mercato e scegliere liberamente: in base ai prezzi, alla qualità, e alla garanzia di continuità.
Soffermiamoci invece per un momento a valutare lo straordinario cambiamento subito nel tempo dalla Cabel.
All’inizio era una semplice società di informatica che offriva solo servizi e consulenza. Niente di meno e niente di più. Poi in pochi anni, grazie alle sollecitazioni della Cambiano, si è trasformata in un importante gruppo finanziario. Alle sue primitive funzioni ha aggiunto la possibilità di operare a tutto campo, nelle operazioni di locazione finanziaria (Leasing) e nella gestione e consulenza di patrimoni mobiliari.
La Cabel è cresciuta da sola? Grazie alle sue proprie risorse finanziarie? Alle sue dotazioni tecnologiche? Alla professionalità multiforme che possedeva, come un portentoso mostro naturale?
Assolutamente no.
La Cabel non aveva nessuna esperienza nel settore specifico della gestione di patrimoni mobiliari, né tanto meno nel campo della locazione finanziaria.
La Cabel è stata soprattutto un bravo parassita. Le sanguisughe non hanno né uno scheletro né un midollo osseo, che possa produrre globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Eppure sono gonfie di sangue perché lo hanno succhiato ad altri animali, che già si erano fatti ossa e midollo.
La Cabel è stata all’inizio questa intelligente, paziente opportunista sanguisuga, che ha succhiato dalla Cambiano, sostanze, idee e progetti, che la Cambiano aveva già prodotto e rodato in proprio, cercando vanamente di far copiare questo modello vincente alle altre banche del gruppo.
La Cambiano, insieme alle altre Banche legate al gruppo, ha dato il contributo finanziario per la costituzione della Cabel Holding, della Cabel Assifinco Leasing e della Cabel Sim.
Con le dismissioni dell’ attività dell’Assifinco, società decisamente vicina alla Banca, il gruppo Cabel ricevette di fatto una donazione di oltre due miliardi.
Ma la Cambiano ha dato molto di più.
Il suo contributo è stato determinante e indispensabile per lo sviluppo del gruppo Cabel, nei due nuovi settori di attività.
La Banca diede a suo tempo alla Cabel Assifinco Leasing uomini professionalmente preparati, adeguate tecnologie ed ampio parco clienti perché potesse immediatamente operare nel settore della locazione finanziaria.
Ancora, quando nacque la Cabel Sim (gestione patrimoni mobiliari) la Cambiano diede in prestito gratuitamente, seppure temporaneamente, propri dipendenti già specializzati nel settore e buona parte delle tecnologie necessarie per iniziare subito ad essere operativa.
Vorrei dire con questo libro ai soci, ai consiglieri, all’attuale Presidente del Consiglio di Amministrazione, che non si può dimenticare quello che è successo e che cioè l’edera cresciuta succhiando la linfa della Cambiano l’ha oramai ricoperta e occupata.
Senza che voi forse ve ne accorgiate, la Cambiano rimarrà grossa ma soffocata, svuotata, salassata.
Non avrà più la sua originalità, la sua creatività, la sua libertà di operare, secondo la propria identità.
Con rammarico devo testimoniare che questo processo è già avviato anche se è ancora ignoto l’esito finale. Certo è che se i soci e gli amministratori lo vorranno, saranno in grado di arrestarlo e di riacquistare la piena sovranità della loro Istituzione.
Saranno necessarie però prese di posizioni decise ad allontanare dalla Banca società o gruppi societari che hanno con essa interessi confliggenti.